Il MEI assomiglia più ad una fiera di aspirapolvere che ad altro. Era la prima volta per me, ma d'altronde avevo rimediato dei biglietti omaggio e non potevo perdere l'occasione. L'ingresso costava infatti 15 euro il sabato, 20 la domenica. Ma una volta lì mi sono accorto che tutti entravano con dei biglietti omaggio, quindi ho pensato che forse fosse una strategia per fare arrivare gente. Si, insomma, fargli pensare che avevano un'occasione. Altrimenti perché spendere 15 o 20 euro per una fiera di aspirapolvere?
Il "meglio" dell'ambiente "indipendente" si è radunato lì in questi giorni. Gente che scesa dalla tv si scambia premi e complimenti, posers con l'aria di essere la prossima next big thing, un'infinita massa di adolescenti-ventenni-piùchetrentenni-ultraquarantenni che ti fanno una tristezza, con il promo in mano in cerca del famoso giornalista da bloccare, della frase giusta da dire per salire di quota nella classifica delle loro P.R., di un fantomatica produzione da parte dell'etichetta con la scatola "inserisci qui il tuo demo" zeppa fino all'inverosimile. C'è da domandarsi perché mettano ancora queste scatole. Qualcuno più onesto scrive: "quest'anno non abbiamo allestito il classico box perché sappiamo che non riusciremo mai ad ascoltare tutte le vostre proposte. Se vi interessa spediteci due o tre mp3". Tanti banchetti che cercano di comunicare qualcosa - ma cosa? - , forse regalare o vendere concorsi-recensioni-passaggi radio-booking-management, dai più nascosti ai mega-box della rivistona o dell'etichettona pieni di Paola Maugeri-Red Ronnie-Federico Gugliemi-Pelù a incensarsi vicendevolmente dando consigli da buoni padri alle giovani leve per realizzare il loro sogno, sciorinando tutta una serie di luoghi comuni sull'integrità artistica. E' un mondo in cui occorre essere simpatici, e siamo fortunati perché l'Italia è una repubblica fondata sulla Simpatia. Tutti che vogliono arrivare a Sanremo da buoni integerrimi, tutti che sputano su Sanremo fondamentalmente per costruirne un'altra del tutto simile, tutti che parlano di questa crisi, questo mercato che non vende più, la morte del cd, import-export, tanto che a volte è difficile non pensare che quello di cui stanno parlando non è un aspirapolvere. E poi banchetti su banchetti di cianfrusaglie indie con cui etichettarsi alla perfezione, negozi di dischi e strumenti che non possono mancare ad una cosa del genere, insomma una fiera piena di roba in vendita bruttissima-brutta-bella e bellissima. In mezzo a tanta girandola di marketing indipendente che in fin dei conti però vende il nulla, anche le cose che regalano un raggio di Bello vengono sommerse. Ogni tanto affiorano, come la piccola neonata etichettta Garrincha, che mi ha donato il piacere sempre più raro di acquistare un disco al buio solo per il suo artwork artigianale, e lo show di Musica per Bambini.
E tra le varie rivelazioni di questo mini Mtv Music Awards, di questo mercato di mini-major, un seminario sullo svilluppo delle licenze Creative Commons, sul copyleft e su Jamendo , una piattaforma che anche Sub Terra ha cominciato ad utilizzare per distribuire le sue produzioni. Qualcosa che ci conforta e ci dà una ragione di esistere in pace. E si che anche noi vorremmo diventare conosciuti, mica no, nel nostro piccolo mondo di marketing a tu per tu, quasi che vorremo conoscere e parlare francamente con chiunque si interessi a noi, invitarli pure a cena, piuttosto che mettere scatoloni anonimi, e penso, mentre mi allontano dalla nostra fiera di aspirapolvere, di essere un pò troppo antipatico per questo mondo caleidoscopico che vende sogni d'indipendenza preconfezionata.
1 commento:
ah, quanto sei saggio! :-)
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