Inutile stare qui a ricapitolare ciò che tutti sanno. In conclusione di questo post includiamo alcuni link sufficientemente acuti per riassumere una serie di spunti di riflessione partigiani (e fieri di esserlo, come noi del resto) su questo partito (perché di questo si tratta, a dispetto della sua "ideologia"). Il nostro contributo vuole esprimere il nostro punto di vista "umanistico" e criticare alcuni miti che hanno reso popolare questo "movimento" anche negli ambienti copyleft e più radicalmente di sinistra.
Verticalità vs Orizzontalità: il mito della democrazia diretta e della divinità di internet
Alla base della visione "rivoluzionaria" del Movimento 5 Stelle c'è il mito della democrazia digitale diretta e dell'intelligenza collettiva di internet. Il Movimento tradisce già in partenza la sua vocazione orizzontale, presentandosi come una struttura fortemente verticale e gerarchica, calata dall'alto da un'azienda che si occupa di e-commerce e marketing virale. La stessa natura commerciale delle forze a monte tradisce un reale spirito "rivoluzionario", presentandosi solo come un potere emergente contro i vecchi poteri, per quanto hipster voglia presentarsi. In sostanza, il Movimento non mette per nulla in discussione lo status quo, ma anzi è servito finora a proteggerlo, come ben argomentato da Wu Ming, canalizzando le energie e contribuendo ad impedire il formarsi nel nostro paese di movimenti fortemente "antiausterity". La sua concezione del web è assolutamente verticale: tutto dipende da un unico sito/blog e dalle piattaforme decise dall'azienda. Il mito dell'intelligenza collettiva di internet è falso, almeno posto in questi termini: nessuna piattaforma di massa sul web è un'entità realmente nata e gestita dal basso, ma rappresenta gruppi di potere economico con forti interessi nella gestione del flusso dei dati di milioni di utenti. Né Google, né Amazon, né Wikipedia, per quanto affascinanti, sono realtà neutre e al servizio disinteressato del "popolo". In questo, stiamo assistendo alla gerarchizzazione del web sul modello dei media tradizionali. Il web quindi almeno in teoria è orizzontale, ma il potere lo sta "centralizzando" sempre di più, concentrando i flussi verso pochissimi nodi. In questo, l'esperimento politico di Casaleggio non fa eccezione, ma è condannabile tanto più in quanto palesemente mistificatorio e indirizzato al potere diretto. Il copyleft può ovviamente servire a questo scopo, ed è con questo specchietto per le allodole che molti simpatizzanti dell'open source hanno vista una reale alternativa nel movimento di Casaleggio e del Comico urlatore. Vista con questi termini, la democrazia posta con i like di Facebook risulta essere non solo ingannatrice, ma addirittura dannosa, perché reca l'illusione di libertà proprio mentre accentra in modo impressionantemente autoritario. La nostra concezione sociale, anticapitalista ed orizzontale del web e del copyleft si dissocia nei termini più assoluti da quella espressa da questo movimento e dai suoi tecnofeticismi.
Il web e lo spirito critico: ovvero come demonizzare senza appello i media tradizionali e creare consenso con i banner sui social networks
Tra le armi che hanno portato alla ribalta questa realtà vi è una propaganda battente e mistificatrice che, attingendo a mezze verità, si è appoggiata su due cardini: la demonizzazione senza appello dei media tradizionali e la creazione di consenso e fidelizzazione assoluta e acritica al web. Questa strategia, unita ad una capacità grandiosa in termini di influencing marketing e manipolazione dell'informazione, ha portato gran parte dell'opinione pubblica a riversarsi su un unico canale di informazione, fatto credere come senza filtri, puro e veritiero. I banner virali terrorizzanti , circolanti sulle bacheche dei social networks, hanno fatto il resto. I temi sono stati semplificati al massimo, manipolati e selezionati in maniera fuorviante. Si è così potuto creare panico e rabbia con notizie false, come quelle della rivolta nei supermercati in Grecia, ripetuta più volte da Grillo nelle ultime tappe della sua campagna elettorale. Insomma, nessun appello alla garanzia di libertà di informazione, nessuna raccomandazione ad accedere ad una pluralità di fonti, nessun invito all’applicazione del senso critico: signore e signori, spegnete i cervelli ed attivate l’odio e il pensiero unico. Erano anni che non si assisteva ad una manipolazione delle menti e ad una strumentalizzazione della disperazione così spregiudicata.
Unico obiettivo: il potere
In tutto questo, ciò che risulta chiaramente è l’emergere di un nuovo potere in lotta contro i vecchi poteri. In mezzo, milioni di persone ignare, la cui buona volontà viene sfruttata ed usata come grimaldello per sfondare le barriere. Dal punto di vista umanistico, il grillismo non è altro quindi che l’ennesimo effetto del progressivo processo di decadenza culturale e degenerazione del tessuto sociale che l’Italia sta subendo da decenni. Il suo presentarsi come anti-ideologia, e il concetto che esistano ormai solo problemi ed idee “neutre” per risolverli, nasconde piuttosto una visione che è l’anticamera dell’autoritarismo. Nessuna idea è mai neutra. Ognuno di noi agisce nella realtà guidato da una visione di fondo che, se non è ideologia, rappresenta comunque una imprescindibile Weltanschauung, una filosofia, un modo di vedere le cose. L’unica differenza tra chi dichiara questa visione e chi no, è che il secondo la tace (per ignoranza, nel migliore dei casi, per fraudolenza, nel peggiore). Rigettiamo completamente quindi questo concetto, dichiarandolo aberrante.
Verticalità vs Orizzontalità: il mito della democrazia diretta e della divinità di internet
Alla base della visione "rivoluzionaria" del Movimento 5 Stelle c'è il mito della democrazia digitale diretta e dell'intelligenza collettiva di internet. Il Movimento tradisce già in partenza la sua vocazione orizzontale, presentandosi come una struttura fortemente verticale e gerarchica, calata dall'alto da un'azienda che si occupa di e-commerce e marketing virale. La stessa natura commerciale delle forze a monte tradisce un reale spirito "rivoluzionario", presentandosi solo come un potere emergente contro i vecchi poteri, per quanto hipster voglia presentarsi. In sostanza, il Movimento non mette per nulla in discussione lo status quo, ma anzi è servito finora a proteggerlo, come ben argomentato da Wu Ming, canalizzando le energie e contribuendo ad impedire il formarsi nel nostro paese di movimenti fortemente "antiausterity". La sua concezione del web è assolutamente verticale: tutto dipende da un unico sito/blog e dalle piattaforme decise dall'azienda. Il mito dell'intelligenza collettiva di internet è falso, almeno posto in questi termini: nessuna piattaforma di massa sul web è un'entità realmente nata e gestita dal basso, ma rappresenta gruppi di potere economico con forti interessi nella gestione del flusso dei dati di milioni di utenti. Né Google, né Amazon, né Wikipedia, per quanto affascinanti, sono realtà neutre e al servizio disinteressato del "popolo". In questo, stiamo assistendo alla gerarchizzazione del web sul modello dei media tradizionali. Il web quindi almeno in teoria è orizzontale, ma il potere lo sta "centralizzando" sempre di più, concentrando i flussi verso pochissimi nodi. In questo, l'esperimento politico di Casaleggio non fa eccezione, ma è condannabile tanto più in quanto palesemente mistificatorio e indirizzato al potere diretto. Il copyleft può ovviamente servire a questo scopo, ed è con questo specchietto per le allodole che molti simpatizzanti dell'open source hanno vista una reale alternativa nel movimento di Casaleggio e del Comico urlatore. Vista con questi termini, la democrazia posta con i like di Facebook risulta essere non solo ingannatrice, ma addirittura dannosa, perché reca l'illusione di libertà proprio mentre accentra in modo impressionantemente autoritario. La nostra concezione sociale, anticapitalista ed orizzontale del web e del copyleft si dissocia nei termini più assoluti da quella espressa da questo movimento e dai suoi tecnofeticismi.
Il web e lo spirito critico: ovvero come demonizzare senza appello i media tradizionali e creare consenso con i banner sui social networks
Tra le armi che hanno portato alla ribalta questa realtà vi è una propaganda battente e mistificatrice che, attingendo a mezze verità, si è appoggiata su due cardini: la demonizzazione senza appello dei media tradizionali e la creazione di consenso e fidelizzazione assoluta e acritica al web. Questa strategia, unita ad una capacità grandiosa in termini di influencing marketing e manipolazione dell'informazione, ha portato gran parte dell'opinione pubblica a riversarsi su un unico canale di informazione, fatto credere come senza filtri, puro e veritiero. I banner virali terrorizzanti , circolanti sulle bacheche dei social networks, hanno fatto il resto. I temi sono stati semplificati al massimo, manipolati e selezionati in maniera fuorviante. Si è così potuto creare panico e rabbia con notizie false, come quelle della rivolta nei supermercati in Grecia, ripetuta più volte da Grillo nelle ultime tappe della sua campagna elettorale. Insomma, nessun appello alla garanzia di libertà di informazione, nessuna raccomandazione ad accedere ad una pluralità di fonti, nessun invito all’applicazione del senso critico: signore e signori, spegnete i cervelli ed attivate l’odio e il pensiero unico. Erano anni che non si assisteva ad una manipolazione delle menti e ad una strumentalizzazione della disperazione così spregiudicata.
Unico obiettivo: il potere
In tutto questo, ciò che risulta chiaramente è l’emergere di un nuovo potere in lotta contro i vecchi poteri. In mezzo, milioni di persone ignare, la cui buona volontà viene sfruttata ed usata come grimaldello per sfondare le barriere. Dal punto di vista umanistico, il grillismo non è altro quindi che l’ennesimo effetto del progressivo processo di decadenza culturale e degenerazione del tessuto sociale che l’Italia sta subendo da decenni. Il suo presentarsi come anti-ideologia, e il concetto che esistano ormai solo problemi ed idee “neutre” per risolverli, nasconde piuttosto una visione che è l’anticamera dell’autoritarismo. Nessuna idea è mai neutra. Ognuno di noi agisce nella realtà guidato da una visione di fondo che, se non è ideologia, rappresenta comunque una imprescindibile Weltanschauung, una filosofia, un modo di vedere le cose. L’unica differenza tra chi dichiara questa visione e chi no, è che il secondo la tace (per ignoranza, nel migliore dei casi, per fraudolenza, nel peggiore). Rigettiamo completamente quindi questo concetto, dichiarandolo aberrante.
Un'organizzazione settario-aziendale
Il dinamiso dell’organizzazione del movimento ne ha ampiamente decretato il successo e ha dato l’impressione, agli attivisti, di agire in una struttura dal basso realmente democratica. C’è sicuramente autonomia ai livelli inferiori della struttura, anche perché sono quelli che meno interessano al vertice. A livello più alto però, il movimento ha dato prova di severo autoritarismo e di un dirigismo tirannico davvero imbarazzante. D’altronde, il sentimento di libertà, così come l’illusione di compiere scelte in completa autonomia, sono ispirati da un meccanismo manageriale ben collaudato e finalizzato a creare fedeltà assoluta al brand, affinché il dipendente/adepto possa cedergli tutto il proprio entusiasmo e tutto il proprio tempo. Ovvero: il lavaggio del cervello con cui un’azienda o una setta crea soldati perfetti, innestando le proprie radici tumorali in ogni minima faglia della psiche per massimizzare i profitti. Casaleggio ha tutti l'interesse (economico e visionario/psicopatologico) a creare una religione che diffonda il dogma di un web acritico, monopolizzato, verticale e oscurantista.
Inutile dire che tutto questo è esattamente opposto a tutti i nostri principi (sì, è inutile parlare di quanto facciano schifo e quanto siano pericolosi gli altri poteri, perché li conosciamo già; ora stiamo parlando di un potere nuovo, non dissimile certo dai vecchi, ma i cui protagonisti cambiano). Detto questo, non possiamo che augurarci, come Wu Ming, che la rivolta possa nascere dall’interno del movimento stesso, e allo stesso tempo ci riserviamo di mandare un bello scoreggione a Casaleggiogrillo per tutta l’immondizia di cui sono artefici, augurandogli di andare (usando il loro linguaggio) a fare in culo il più presto possibile.
Ecco alcuni link consigliati per approfondire (e se avete tempo non prendeteli come verità, ma confrontateli con altre fonti, fatevi un' idea che sia davvero vostra, cazzo)
L'inchiesta su Grillo e Casaleggio di Antonio Amorosi
Liberiamo il MoVimento 5 Stelle (iniziativa per invitare i parlamentari alla rivolta contro il vertice)
Come Grillo e Casaleggio hanno trasformato internet in Rete 4 di Matteo Lenardon
(L'immagine di copertina di One Dimensional Man è presa a nostra guida spirituale del momento)