Gli Aldrin sono un gruppo di quattro musicisti attivi tra Roma e Viterbo e compongono, senza tanti fronzoli, una delle migliori formazioni post-rock italiane in circolazione. Vale la pena presentarli con le loro stesse parole:
Gli Aldrin sono 4 creature senzienti il cui evidente destino, fin da principio, era quello di sfruttare il fenomeno della propagazione delle onde sonore nell’atmosfera al fine di suscitare una diversificata gamma di emozioni negli umani. Gli Aldrin nascono circa 14 miliardi di anni dopo il Big Bang, pressappoco 3 miliardi di anni dopo la comparsa della vita sulla Terra, a quasi 220 anni dalla presa della Bastiglia, precisamente nel marzo 2009. Gli Aldrin sono dediti ad un post-rock strumentale, eccezion fatta per rari inserti di suoni che sfruttano il linguaggio terrestre con lo scopo di trasmettere informazioni.
Gli Aldrin hanno appena registrato il loro terzo disco, completamente autoprodotto, così come i precedenti due. Tutta la loro musica è scaricabile senza alcuna richiesta di danaro dal World Wide Web, anche noto come l’ Internet.
Gli Aldrin amano assistere al processo di invecchiamento biologico dei loro corpi in ambienti prevalentemente bucolici, nei quali spesso si ritrovano a comporre musica.
Il settantacinque per cento degli Aldrin è stato in grado di terminare con successo il livello 9-5 in modalità B del videogame Tetris sull’originale Nintendo Gameboy.
Giovanissimi, avvolti da un immaginario sci-fiction (già dal nome, ripreso da quello dell'astronauta Buzz Aldrin) e dotati di capacità strumentistico/compositive notevolissime, hanno da poco rilasciato il loro terzo disco autoprodotto, Bene, disponibile (con orgoglio) anche sulle pagine di SubTerra. Ricordo quasi una decina d'anni fa, quando avevo energia e tempo da spendere prima di divenire uno statico lampione domestico curvo su uno schermo, che Roma era pervasa dal fermento post-rock ed ero costantemente impegnato nella bramosa ricerca di concerti e musicisti con cui mettere in piedi un gruppo sul genere. C'erano, per citarne solo due, i Moka agli esordi e i Blueprint (con cui suonai anche per un brevissimo periodo), che tentavano di declinare in maniera personale le ispirazioni provenienti da Mogwai, Tarentel e Godspeed You! Black Emperor. Gli Aldrin sembrano uscire direttamente da quell'humus, ma sono piuttosto figli del post-rock dei secondi duemila, legato a nomi come Explosion In The Sky e 65daysofstatic. Ciò che colpisce in loro, e che in parte li distingue dai loro immediati predecessori italici, è la precoce maturità e personalità raggiunta in Bene, tanto che se ormai il post-rock rischia di costringere al cliché da cui non è facile sfuggire, si potrebbe ben dire che gli Aldrin si fanno riconoscere subito, attingendo a risorse che li portano oltre i soliti canovacci. Potrebbe essere quindi quella strisciante venatura post-punk che richiama gli At The Drive-in (da non dimenticare che Marco, alla batteria, ha militato in gruppi hardcore come Ouzo ed Ingegno, e che gli altri si erano già incontrati negli U-Goes, formazione viterbese cresciuta sotto l'ala dei più anziani Winter Beach Disco), sarà l'uso dell'elettronica o la calibratura degli stacchi, o forse la complessità compositiva a tratti math-rock (in accordo con le ultime tendenze nel genere): fatto sta che le quattro suite di Bene scorrono piacevolmente, riuscendo ad emozionare l'animo tra diverse polarità in balia delle climax di creste e ventri sinusoidali. Ma è nell'attenzione ai suoni, oltre che nell'abilità compositiva, che va ricercato il quid di questo raffinato post-rock: un' estetica che si fa concetto e che si richiama all'armonia della Natura, finendo con l'infondere un messaggio positivo. Sono due i canonici inserti spoken: il primo è in Molto Bene e risulta essere tratto da una recente intervista di Stephen Hawking a proposito di religione e scienza a confronto (Science will win because it works); il secondo, in La Drogue, proviene da una sorta di "preghiera" scientifica, basata sulla fisica quantistica, per cui vi sarebbe una corrispondenza tra vibrazioni ed emozioni tale da poter influenzare positivamente l'intera umanità, se solo consapevolmente la maggior parte di noi riuscisse a canalizzarla verso, appunto, il bene. La summa del messaggio è che l'ignoranza genera paura, grazie alla quale il potere può controllare le nostre vite. Gli Aldrin in risposta riescono a controllare abilmente le frequenze in modo da generare belle emozioni-vibrazioni nell'animo di chi ascolta e, per di più, condividono tutto questo liberamente e spontaneamente. Lascio il resto alla scoperta e all'ascolto: ripagateli ascoltandoli e condividendo a vostra volta il loro dono con chi vi è vicino, applicando una pratica e una cura che possono sicuramente renderci più liberi e più felici. Embrace the earth feel it breathing, embrace the men watch them sinking.
Gli Aldrin sono 4 creature senzienti il cui evidente destino, fin da principio, era quello di sfruttare il fenomeno della propagazione delle onde sonore nell’atmosfera al fine di suscitare una diversificata gamma di emozioni negli umani. Gli Aldrin nascono circa 14 miliardi di anni dopo il Big Bang, pressappoco 3 miliardi di anni dopo la comparsa della vita sulla Terra, a quasi 220 anni dalla presa della Bastiglia, precisamente nel marzo 2009. Gli Aldrin sono dediti ad un post-rock strumentale, eccezion fatta per rari inserti di suoni che sfruttano il linguaggio terrestre con lo scopo di trasmettere informazioni.
Gli Aldrin hanno appena registrato il loro terzo disco, completamente autoprodotto, così come i precedenti due. Tutta la loro musica è scaricabile senza alcuna richiesta di danaro dal World Wide Web, anche noto come l’ Internet.
Gli Aldrin amano assistere al processo di invecchiamento biologico dei loro corpi in ambienti prevalentemente bucolici, nei quali spesso si ritrovano a comporre musica.
Il settantacinque per cento degli Aldrin è stato in grado di terminare con successo il livello 9-5 in modalità B del videogame Tetris sull’originale Nintendo Gameboy.
Giovanissimi, avvolti da un immaginario sci-fiction (già dal nome, ripreso da quello dell'astronauta Buzz Aldrin) e dotati di capacità strumentistico/compositive notevolissime, hanno da poco rilasciato il loro terzo disco autoprodotto, Bene, disponibile (con orgoglio) anche sulle pagine di SubTerra. Ricordo quasi una decina d'anni fa, quando avevo energia e tempo da spendere prima di divenire uno statico lampione domestico curvo su uno schermo, che Roma era pervasa dal fermento post-rock ed ero costantemente impegnato nella bramosa ricerca di concerti e musicisti con cui mettere in piedi un gruppo sul genere. C'erano, per citarne solo due, i Moka agli esordi e i Blueprint (con cui suonai anche per un brevissimo periodo), che tentavano di declinare in maniera personale le ispirazioni provenienti da Mogwai, Tarentel e Godspeed You! Black Emperor. Gli Aldrin sembrano uscire direttamente da quell'humus, ma sono piuttosto figli del post-rock dei secondi duemila, legato a nomi come Explosion In The Sky e 65daysofstatic. Ciò che colpisce in loro, e che in parte li distingue dai loro immediati predecessori italici, è la precoce maturità e personalità raggiunta in Bene, tanto che se ormai il post-rock rischia di costringere al cliché da cui non è facile sfuggire, si potrebbe ben dire che gli Aldrin si fanno riconoscere subito, attingendo a risorse che li portano oltre i soliti canovacci. Potrebbe essere quindi quella strisciante venatura post-punk che richiama gli At The Drive-in (da non dimenticare che Marco, alla batteria, ha militato in gruppi hardcore come Ouzo ed Ingegno, e che gli altri si erano già incontrati negli U-Goes, formazione viterbese cresciuta sotto l'ala dei più anziani Winter Beach Disco), sarà l'uso dell'elettronica o la calibratura degli stacchi, o forse la complessità compositiva a tratti math-rock (in accordo con le ultime tendenze nel genere): fatto sta che le quattro suite di Bene scorrono piacevolmente, riuscendo ad emozionare l'animo tra diverse polarità in balia delle climax di creste e ventri sinusoidali. Ma è nell'attenzione ai suoni, oltre che nell'abilità compositiva, che va ricercato il quid di questo raffinato post-rock: un' estetica che si fa concetto e che si richiama all'armonia della Natura, finendo con l'infondere un messaggio positivo. Sono due i canonici inserti spoken: il primo è in Molto Bene e risulta essere tratto da una recente intervista di Stephen Hawking a proposito di religione e scienza a confronto (Science will win because it works); il secondo, in La Drogue, proviene da una sorta di "preghiera" scientifica, basata sulla fisica quantistica, per cui vi sarebbe una corrispondenza tra vibrazioni ed emozioni tale da poter influenzare positivamente l'intera umanità, se solo consapevolmente la maggior parte di noi riuscisse a canalizzarla verso, appunto, il bene. La summa del messaggio è che l'ignoranza genera paura, grazie alla quale il potere può controllare le nostre vite. Gli Aldrin in risposta riescono a controllare abilmente le frequenze in modo da generare belle emozioni-vibrazioni nell'animo di chi ascolta e, per di più, condividono tutto questo liberamente e spontaneamente. Lascio il resto alla scoperta e all'ascolto: ripagateli ascoltandoli e condividendo a vostra volta il loro dono con chi vi è vicino, applicando una pratica e una cura che possono sicuramente renderci più liberi e più felici. Embrace the earth feel it breathing, embrace the men watch them sinking.
Scarica subito Bene nel formato che preferisci cliccando qui